Andato in scena per la prima volta a Chicago nel 1944, “Lo zoo di vetro” di Tennessee Williams è un capolavoro assoluto della drammaturgia americana. Siamo alla fine degli anni ‘30 del secolo scorso e la storia racconta le vicende della famiglia Wingfield composta dalla madre Amanda e dai suoi due figli, Tom e Laura, ragazza timida e claudicante. Abbandonata dal marito, Amanda deve affrontare le difficoltà, i timori e le ansie che le derivano dal desiderio di assicurare un futuro sereno ai suoi figli con un comportamento che oscilla tra il tenero e l’eccessivo. Laura, resa zoppa da una malattia e pertanto introversa e chiusa, è come intrappolata in un suo mondo di illusioni e passa tutto il suo tempo ad ascoltare vecchi dischi, leggere romanzi e soprattutto accudire una collezione di animaletti di vetro. Tom lavora in una fabbrica di scarpe per mantenere Laura e Amanda, ma la vita noiosa e banale che conduce lo rende irascibile. Il ragazzo tenta senza successo di diventare un poeta, e cerca conforto recandosi al cinema a tutte le ore della notte per vivere delle avventure almeno con la fantasia.
Un’opera attraversata da una nostalgia devastante con protagoniste anime fragili che potremmo facilmente ritrovare nella nostra società. I personaggi di questa storia familiare si muovono intrappolati nel loro simbolico zoo di vetro, ma i loro sentimenti e le loro parole ci attraverseranno il cuore.