Liberamente ispirato all’opera "Il grande quaderno" di Ágota Kristóf, "Köszeg" parla d’identità, di separazione e di un’umanità condannata al margine, al limite. Un racconto nero dove tutto è reso feroce ed essenziale da un narrare limpido e diretto. I due protagonisti, indivisibili e interscambiabili come se avessero un’anima sola, confrontati con la durezza della vita si creano un’efferata etica di vita per rendersi immuni dalla sofferenza. Toccante e sconvolgente al contempo, "Köszeg" testimonia l’eccezionale capacità di resilienza dell’essere umano. Nel susseguirsi delle immagini, sempre in bilico tra età adulta e infanzia, lo spettacolo propone una riflessione sull’identità e sull’appartenenza, sulla guerra e sul desiderio di pace, di amore.
Opera Retablo propone creazioni in bilico tra l’innovativo e l’arcaico; opere che danno corpo a una moderna e destabilizzante catarsi. Si rivolge a quell’umanità proiettata verso il futuro che mette in discussione ogni tipo di classificazione e di pregiudizio trascendendo i generi, estetici, sessuali e intellettuali. Le attività dell’associazione si svolgono in ambito nazionale e internazionale. "Köszeg" è riproposto più attuale che mai a 10 anni dal debutto, avvenuto a Villa Bonetti di Bellinzona nell'ambito di Territori '15.