Enzo Jannacci è stato il cantautore più eccentrico e personale della storia della canzone italiana, in grado di intrecciare temi e stili apparentemente inconciliabili: allegria e tristezza, tragedia e farsa, gioia e malinconia. Jannacci è anche l’artista che meglio di chiunque altro ha saputo raccontare le periferie degli anni ‘60 e ‘70, trasfigurandole in una sorta di teatro dell’assurdo realissimo e toccante, dove agiscono miriadi di personaggi picareschi e borderline, ai confini del surreale. Un Buster Keaton della canzone che viene rivisitato, reinterpretato e “ricantato” da Elio.
Sul palco troviamo assieme a Elio cinque musicisti, i suoi stravaganti compagni di viaggio, che formano un’insolita e bizzarra carovana sonora. A loro tocca il compito di accompagnare lo scoppiettante confronto tra due saltimbanchi della musica alle prese con un repertorio umano e musicale sconfinato e irripetibile, arricchito da scritti e pensieri di compagni di strada di Jannacci. Uno spettacolo giocoso e profondo perché «chi non ride non è una persona seria».